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La versione in cinque atti di "Don Carlo" è esito di un lungo, complesso lavoro, durato circa un ventennio. Il libretto dell'opera verdiana presenta una sua stratigrafia, attingendo principalmente alla tragedia di Schiller ed alle sue fonti, integrate da aggiunte dei librettisti. Materiale accreditato dalla sensibilità teatrale di Verdi, dalla sua costante attenzione alla «parola» ed alla «tinta» scenica. Il connubio fra parole e musica è stato definito un singolare frutto del «decadentismo» verdiano, mediato da un' interpretazione musicale affatto 'nuova' per Verdi, unica nell'ambito delle sue opere e oggetto di un'inesausta elaborazione. Opera in sé 'conclusa', ma anche precocemente ricca di intuizioni che avranno largo seguito nel teatro europeo. Ed è possibile recuperare le effettive e più lontane radici di un simile travaglio compositivo, gli archetipi di caratterizzanti tratti comportamentali? In un substrato nel quale si sono sedimentati apporti diversi non è da escludere la presenza, la risonanza dell'Antico, di un ethos mai andato completamente perduto. Eco frammentaria nel suo emergere da una profonda memoria letteraria, e proprio per questo meritevole di essere riportata alla luce.